Al Paradiso delle Signore è l'undicesimo romanzo dello scrittore francese Emile Zola appartenente al ciclo dei Rougon-Macquart, 20 romanzi pubblicati tra il 1871 e il 1893.
In linea con lo stile letterario del naturalismo Zola descrive e analizza la società in modo scientifico: il tema centrale di questo romanzo è l'ascesa del commercio industriale a scapito del commercio artigianale.
Siamo nell'epoca in cui si affermano nuovi materiali e nuove tecnologie, l'epoca in cui la vendita al dettaglio è sostituita della vendita all'ingrosso; tutto questo all'interno del libro è impersonificato dal Paradiso delle Signore, il Grande Magazzino descritto come la macchina/mostro che sta trasformando la Parigi di fine Ottocento.
Molteplici sono i punti di vista da cui la macchina viene analizzata:
Denise, la protagonista, la osserva con un misto di ammirazione e paura...
"A Denise parve di trovarsi davanti a una macchina ad alta pressione che desse impulsi perfino alle vetrine" (Cap.1)
"Si sentiva spersa, piccola com'era, in quel caos, in quella macchina non ancora in moto, tremando d'essere travolta nel movimento che faceva già fremere le muraglie" (Cap.2)
Per Mouret, il proprietario, il magazzino è un'immane macchina fabbrica soldi...
"Ti farò vedere la mia macchina in moto e t'accorgerai che non è poi una cosa tanto stupida" (Cap.3)
"Si sentiva il rumore continuo della macchina che caccia dentro gli avventori, li ammucchia dinanzi agli scaffali, li soffocava sotto le merci, poi li gettava alla cassa. E ciò, regolarmente, con un ordine rigoroso, quasi meccanico,; un popolo intero di donne passava attraverso la forza logicamente sicura delle ruote dentate." (Cap.1)
"Era venuta l’ora del moto terribile del dopo mezzogiorno, quando la macchina accalappiava a tutta forza i clienti e succhiava loro il denaro dalla carne" (Cap.4)
...alimentata dalla vanità femminile...
"Abbiate dalla vostra le donne e venderete il mondo" (Cap.3)
...e messa in moto da operai, posti nella condizione di massima operosità e produttività...
"Non erano più che delle ruote ingranate mosse dalla macchina, senza una personalità propria, costretti a non esser più che una forza aggiunta ad altre forze in quell'ambiente volgare e possente da falanstero" (Cap.5)
"Mandar via il compagno che stava più in alto per prenderne il posto, e questo scontro di desideri, questo cercare di passarsi avanti era parte necessaria della grande macchina, perché rendeva più svelta la vendita e quadruplicava la buona fortuna del magazzino" (Cap. 6)
Il Paradiso delle Signore, luminoso, imponente e moderno si contrappone alle vecchie, piccole e scure botteghe degli artigiani, che guardano alla "macchina" con orrore...
"La signora stava lì dritta, bianca bianca, con gli occhi bianchi fissi sul mostro e pur rassegnata, non poteva vederselo dall'altra parte della strada, senza che una muta disperazione le facesse venire le lacrime agli occhi" (Cap.1)
"Restavano lì tutti con gli occhi sul mostro, senza poter torcere via gli occhi e pensare ad altro che alle loro sciagure" (Cap.8)
L'autore contrapponendo fin dalle prime pagine i vari punti di vista, fornisce una visione a 360° della macchina, mettendone in evidenzia vizi e virtù.